Corsa nuova, promossa dal Secolo ed è un tentativo, non riuscito, d’imitazione del Giro d’Italia. Il percorso tocca in otto tappe il Tirreno e l’Adriatico, i laghi Maggiore e di Garda, scavalcando più volte gli Appennini. Prima tappa a Salsomaggiore, il 31 luglio, con le salite dell’Appennino che la decidono: Galetti è secondo alle spalle dell’amico Pavesi, fuggito sulla prima salita e resosi intangibile. I due corrono con la Medusa, una sottomarca della Bianchi. Non li asseconda Ganna, tutto preso dalla sua nuova attività di piccolo industriale. Si unisce però Mario Bruschera, abile su strada come su pista.
C’è in corsa anche Gerbi, ma non è più quello di un tempo anche se il carattere è sempre fumantino: un giorno viene alle mani con Pavesi e Galetti allora lo minaccia di far intervenire gli amici lombardi non appena si arriverà a Treviglio. Tutto finirà in trattoria perché gli animi a tavola si placano. Galetti vince la quarta e l’ottava tappa ed è quattro volte secondo, nella prima, quinta, sesta e settima tappa; terzo, infine, nella seconda così che vince largamente la classifica finale, a punti, davanti all’amico e collega Pavesi.