Il Volume “Galetti, un portento”

Galetti, un campione da rivalutare

“Galetti, un portento” di Paolo Migliavacca, Lorenzo Papetti e Adelelmo Portioli. Sport & Passione editore
“Galetti, un portento” di Paolo Migliavacca, Lorenzo Papetti e Adelelmo Portioli. Sport & Passione editore

All’inizio del Novecento, quando le strade non conoscevano l’asfalto e le corse partivano alla luce delle fiaccole, il ciclismo annota un personaggio particolare,
Carlo Galetti. Il campione di Corsico dovrà però cogliere molte vittorie prima che il pubblico e la stampa ne riconoscano il talento. In corsa non compiva fughe dissennate, che colpivano la fantasia dei tifosi, ma dosava le energie e dopo l’arrivo era prudente nelle dichiarazioni e non diceva spiritosaggini. In breve: non era un personaggio. Era un campione di sostanza, pratico nelle corse come nella vita, che si guadagnò la vita per anni facendo il tipografo (poi, nella maturità, l’imprenditore). Lo chiamavano lo “scoiattolo dei Navigli”, perché era nato e cresciuto nella periferia milanese solcata da quei canali e per la naturalezza con cui affrontava le salite, svelto e leggero. Era piccolo, forte e furbo, tenace come pochi e mai domo: un campione di valore assoluto, spesso vincitore a spese di avversari leggendari Luigi Ganna, Giovanni Gerbi, Giovanni Rossignoli, Eberardo Pavesi, Lucien Petit Breton. Un campione da rivalutare.

Non vinse per caso o per fortuna tre Giri d’Italia consecutivi tra il 1910 e il 1912, di cui l’ultimo corso a squadre nell’unica edizione in cui la Corsa Rosa fu assegnato a squadre. Nel caso all’Atala di cui Galetti era il capitano. Ma se avessero scelto la formula a tempo Galetti sarebbe risultato comunque il migliore.

Sinora un solo libro gli era stato dedicato: lo scrisse un grande giornalista dei primi del secolo come Emilio Colombo e lo stampò lo stesso Galetti, nella tipografia di proprietà, nel 1911. Era a metà della sua carriera, iniziata nel 1900 e conclusa nel 1922. Poi ricomparve in due successive edizioni della Milano Sanremo, cui partecipò per nostalgia alla soglia dei cinquant’anni: in quelle occasioni si classificò a un’ora dal vincitore, ma seppe confinare non pochi avversari a distacchi di oltre un’ora. In libreria compare ora la biografia completa del Galetti pubblico e privato, voluta da tre suoi conterranei che lo celebrano e lo collocano, a giusto titolo, nella storia dei Grandi dello sport: gli autori sono Paolo Migliavacca, storico dello sport e non solo, Lorenzo Papetti, fantastico topo di biblioteca e Adelelmo Portioli, collezionista di cartoline e figurine ciclistiche, che ha contribuito con non poche immagini ad arricchire il volume.

Sergio Meda

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“Galetti, un portento” di Paolo Migliavacca, Lorenzo Papetti e Adelelmo Portioli. Sport & Passione editore (208 pagine, 113 illustrazioni, documenti inediti). Prezzo 15 €