Gare dopo la guerra – 1931

(individuale)
Eccolo ancora alla Sanremo, iscritto col numero 106 (in tutto gli iscritti sono 201), ancora da “individuale”: arriva al traguardo 69º (ce ne saranno ancora 37 dopo di lui). Conclude la gara a 41’ dal gruppo di testa, regolato in volata (non senza proteste da parte dei battuti) da Alfredo Binda in maglia iridata; del suo gruppetto fanno parte, nell’ordine, Armando Poggio e Stefano Montessoro che tagliano il traguardo prima di lui, Silvio Montessoro e Mario Brocchetta alla sua ruota.
Risulta essere, a 49 anni, il più anziano partecipante alla Sanremo.
Lo imiterà due anni dopo il suo antico rivale, Giovanni Gerbi, correndo la Sanremo alla bella età di 47 anni: finirà 81º, a oltre un’ora dal vincitore.
Non pago, Galetti si iscrive ad una curiosa competizione promossa dalla S.C. Spallanzani: una cronometro per coppie composte da padre e figlio sul percorso Milano-Pavia e ritorno. Col figlio Giancarlo, sedicenne, copre i 60 chilometri alla media di 37,120 vincendo la gara davanti a Pagliani, padre e figlio e alla coppia dei Colombo di Oleggio (47 anni il padre, 18 il figlio). A Pavia, dove si inverte la direzione di marcia, Giancarlo Galletti urta la bici del padre, sfiorando la caduta; per loro fortuna rimediano solo dei graffi alle gambe e Carlo perde la scarpetta (ma non la pazienza). Dopo l’arrivo, tutti a tavola per festeggiare l’esito dell’insolito confronto e le confessioni amareggiate di un Volpi sessantenne che non ha potuto contare su un figlio sportivo: “El me fiö? El dis che la bicicletta la ghe pias domaa per andà a comprà i sigarett!”.