Giro d’Italia 1912 (19 maggio-5 giugno)

Si corre, prima e unica volta, per una classifica a squadre. Qualcuno sospetta che sia un trucco inventato da Costamagna per impedire che Galetti vinca il suo terzo Giro di fila. I punti assegnati alla squadra, tappa per tappa, sono la somma dei punteggi individuali ottenuti. Accade più di una volta che, per difficoltà della Giuria, non potendoli identificare, molti corridori negli arrivi in gruppo siano classificati a pari merito. Galetti, nell’arrivo a Pescara, sostenne di essere arrivato sesto, ma essendo stati identificati solo i primi quattro (Azzini, Pavesi, Allasia e Aimo) i punti di competenza on gli sono assegnati. Per fortuna la superiorità dell’Atala mette a tacere qualsiasi polemica.

Otto le tappe, una delle quali – la Pescara-Roma – sarà annullata per un errore di percorso. Per mantenere il numero di frazioni l’organizzazione aggiunge, dopo l’arrivo a Milano, un “Giro di Lombardia”: 235 chilometri tutti in territorio lombardo. Galetti vince con Ganna, Micheletto e Pavesi. Il ritiro di Ganna a metà Giro non influirà sull’esito finale che vede l’Atala con dieci punti di vantaggio sulla Peugeot di Durando, Gremo, Agostoni e Allasia e venticinque su quella allestita da Gerbi che corre assieme a Rossignoli, Albini e Bordin.

Il dominio dell’Atala comincia dalla prima tappa, vinta a Padova da Micheletto, in volata su Santhià della Bianchi e sul compagno Galetti; staccati, Gremo e Durando della Peugeot. La Legnano si aggiudica la seconda tappa a Bologna con Borgarello, ancora davanti a Santhià, ma Pavesi è terzo a 200 metri e Galetti, quarto insieme a lui, in piena crisi, finisce a terra dopo il traguardo. I primi inseguitori arrivano a circa venti minuti.

La terza tappa, da Bologna a Pescara, è resa difficile dallo stato delle strade, fangose per la pioggia recente. Galetti e Ganna scivolano e cadono con altri a Faenza e rimangono staccati. Dopo una decina di chilometri i due dell’Atala, con Galetti dolorante, rientrano infangati ma fora Micheletto e la Peugeot al completo si mette a tirare il gruppo che si riduce a una quindicina di elementi. Fora e perde terreno anche Ganna e nello sprint, nonostante si coalizzino i Peugeot per favorire Durando, emerge Ernesto Azzini della Legnano davanti a Pavesi; Galetti è undicesimo; Ganna, staccato, arriva 17º a tre minuti. L’Atala mantiene il comando della classifica.

La Pescara-Roma del 25 maggio viene annullata per un errore di percorso, causato dallo straripamento di un torrente che confonde il tracciato. Due giorni dopo si riparte da Roma per Firenze, ma in gara sono rimasti solo trentotto corridori. Galetti attacca sulla salita di Narni e causa il cedimento del compagno di squadra Ganna, che si ritirerà. Ricompostosi il gruppo, Galetti allunga ancora salendo verso Sangemini e porta con sé un gruppetto. Ripresi, l’andatura si placa fino al colle di San Donato, vicino Firenze, dove si avvantaggiano in tredici. Nella volata finale sembrano prevalere, l’un dopo l’altro, Allasia, Garda, Agostoni, Allasia e Micheletto, finché emerge Galetti a cinquanta metri dal traguardo, che supera con mezza ruota di vantaggio sul compagno di squadra Micheletto. Il ritiro di Ganna e i buoni piazzamenti dei suoi quattro corridori (Allasia 3º, Agostoni 4º, Gremo 8º e Durando 17º) portano i verdi della Peugeot in testa alla classifica.

La tappa numero sei, da Firenze a Genova, il 29 maggio, è avversata dal maltempo. La prima fuga seria va in porto: la mette in atto Lauro Bordin, che parte tutto solo prima di Viareggio lasciandosi alle spalle il gruppo impantanato nel fango. L’Atala ha i suoi guai: Micheletto fora e viene riportato in gruppo da Pavesi; fora di nuovo e rimane staccato (sarà 15º al traguardo), mentre Pavesi rinviene sui primi, fino ad occupare la nona posizione: Galetti, sempre rimasto con i primi, alle porte di Genova raggiunge e supera Agostoni, avversario della Peugeot, che si è messo sulle tracce di un Bordin ormai imprendibile, primo con 19 minuti su Galetti e 21 su Agostoni. L’Atala torna prima in classifica.

La tappa successiva, il 31 maggio, porta a Torino ed è relativamente breve: 230 chilometri. In tredici disputano una volata ricca di scorrettezze. Micheletto smanaccia Durando, nella confusione si fa largo Borgarello che vince nettamente davanti a Galetti, Micheletto, Allasia e Durando. L’Atala, pur penalizzata di due punti per la volata irregolare del suo portacolori, rafforza il vantaggio sulla Peugeot.

La squadra di Galetti attacca nell’ottava tappa, da Torino a Milano, il 2 giugno. A Milano, sulla pista del Trotter arrivano in tre: Micheletto dell’Atala, Gremo della Peugeot e Borgarello, velocista della Legnano. Vince, spinto anche dalla rabbia, l’uomo dell’Atala che rinforza il primato grazie anche al quarto posto di Pavesi, che sopraggiunge tre minuti dopo. Settimo Galetti, a dieci minuti.

Il Giro finisce con la tappa sostitutiva di quella annullata: si parte da Milano per Varese, Como, Lecco e Bergamo. Sulle due maggiori salite, il Brinzio e la Cappelletta, non allunga nessuno. Galetti e Pavesi controllano che l’andatura dei ventisei reduci non si alzi troppo. Perdono le ruote Bordin e Gerbi, arrivano in diciassette a contendersi la vittoria e Borgarello la spunta su Micheletto, Galetti e Agostoni.