Gare dopo la guerra – 1921

(Legnano-Pirelli con Ugo Agostoni, Bartolomeo Aymo, Giovanni Brunero, Clemente Canepari, Paride Ferrari, Franco Giorgetti, Alfredo Sivocci e Leopoldo Torricelli)
Durante l’inverno, a bocce ferme, Eberardo Pavesi – che ha smesso le vesti del corridore per indossare quelle di direttore sportivo della Legnano – è impegnatissimo nel raccogliere corridori d’esperienza attorno all’astro nascente di Giovanni Brunero. Ottiene le adesioni di Canepari, che lascia la Stucchi, Sivocci, Torricelli e Galetti (che alla Legnano sono già di casa).
La prima gara della stagione si corre lungo la Riviera, da Genova a Nizza, tormentata all’inizio dalla pioggia. Si forma in testa il gruppo dei migliori e Galetti ne fa parte. Appare in buona condizione. Quando Girardengo, che veste la maglia di campione d’Italia, allunga e lascia tutti per arrivare da solo, Galetti è fra i pochi che organizzano un inseguimento. A San Remo, Girardengo ha 5’ di vantaggio su Azzini, 7’ su Sivocci, Galetti e Petiva, 8’ su un quartetto condotto da Pelissier.
Le salite che seguono rimescolano le carte fra chi insegue, ma nessuno riesce ad avvicinare il fuggitivo che arriva solo per offrirsi all’applauso della folla che riempie il Velodromo di Port Magnan. Galetti vi arriva, solo e in buone condizioni di freschezza, dopo mezz’ora, preceduto anche da Azzini, Petiva, Sivocci e Pelissier. In gara anche uno statunitense, Hans Ohrt, giunto da New York per concludere al 22º posto.

Galetti aveva progettato di iscriversi, prima ancora, ad una gara tutta in salita, la scalata del Mont Angel del 13 marzo. Lo ha sconsigliato, con una lettera da vero amico, Emilio Colombo, preoccupato che un probabile insuccesso in quella, potesse demoralizzare l’ormai anziano campione e tenerlo lontano dalla corsa successiva, la Genova-Nizza, più adatta ai suoi mezzi.
Al Mont Angel, quell’anno, il Criterium della Montagna avrebbe visto la vittoria di Henri Pelissier
È una squadra forte, la Legnano che si schiera il 3 aprile alla partenza della Milano-Sanremo, puntando le proprie carte su Brunero per insidiare il favoritissimo Girardengo.
Il quale Girardengo attacca sulle rampe del Turchino sbriciolando il gruppo che vi era giunto compatto; in cima al valico transitano nel giro di pochi minuti una ventina di corridori; nella discesa e lungo la Riviera si forma in testa un quartetto con Girardengo e Giuseppe Azzini della Stucchi, Brunero e Sivocci della Legnano. Galetti insegue da solo, finché viene preso e lasciato da un terzetto in rimonta, che solo per mancanza di accordo fra Canepari, Agostoni e Pelissier manca l’aggancio. Vincerà Girardengo e Galetti finirà 9º a 16’30”.
Nel successivo Giro del Piemonte, messo fuori corsa Girardengo da una serie di noie alla bicicletta, gli uomini della Legnano prendono in mano la corsa: Brunero vince per distacco, Sivocci è 3º a 12’40”, Galetti è 5º e Canepari 7º a 18’15”.
Per lo scoiattolo dei navigli è il momento di smettere.